Cos'è il disturbo del desiderio?

Il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo (HSDD) è una condizione in cui una persona ha un desiderio di attività sessuale molto basso o assente. L’HSDD può essere un problema sia per le donne che per gli uomini.

Quali sono le cause del disturbo del desiderio?

Le cause immediate dei disturbi del desiderio sono attribuibili ad un processo di apprendimento disfunzionale. Nel caso del disturbo da desiderio ipoattivo, l’ansia da prestazione (o paura del fallimento) lega i sentimenti e le sensazioni sessuali a precedenti timori di perdite. Quest’ansia si presenta all’inizio della risposta sessuale, quando il soggetto anticipa il pensiero del sesso, da cui si difende sopprimendolo tramite elaborazione dei pensieri antagonisti negativi. L’ansia da prestazione può essere generata da fattori individuali che riguardano uno solo dei due partner come:

Correlazione con l'ansia

Nel caso del disturbo da avversione sessuale l’ansia è legata ad una fobia per il sesso. Essa viene associata, più o meno casualmente, ad aspetti specifici della sessualità e/o del rapporto sessuale. Una volta che la reazione d’ansia si è condizionata a certi stimoli sessuali, la persona tende ad evitare questi ultimi ogni volta che si presentano, allo scopo di non provare l’attivazione ansiosa che viene percepita come soggettivamente spiacevole. I condizionamenti originari che danno origine a questa associazione possono avere diverse origini: atteggiamenti genitoriali negativi verso il sesso, derivanti da condizionamenti culturali, traumi sessuali (stupro), costanti pressioni subite nel corso di una relazione protrattasi a lungo, confusione circa la propria identità sessuale.

Domande frequenti

Quali sono le terapie disponibili?

Il trattamento dei disturbi del desiderio deve comprendere, soprattutto per quanto riguarda il disturbo del desiderio ipoattivo una fase di terapia cognitiva mirata a ristrutturare le convinzioni disfunzionali riguardo alla sessualità che mantengono il disturbo. Si cerca di motivare il paziente alla risoluzione del problema compiendo una valutazione in termini di costi e benefici e rendendolo consapevole delle emozioni negative che egli associa al sesso. Si esplorano le cause del disturbo, si fanno apprendere al paziente strategie per fronteggiare l’ansia e infine si cerca di indurre la pulsione con una graduale esposizione a tutti gli stimoli ambientali che inducono sentimenti sessuali. Solo dopo una terapia cognitiva di tal genere i pazienti possono trarre beneficio dalle tradizionali procedure di terapia sessuale, come la focalizzazione sensoriale, che prevedono esercizi di contatto fisico sessuale. Per il disturbo da avversione sessuale il trattamento di elezione consiste, invece, in una esposizione graduata che porta il soggetto ad affrontare situazioni “sessuali” ansiogene via via sempre più intense e, quindi, in grado di indurre crescenti risposte d’ansia.