Patologie della tiroide

La tiroide è una delle più importanti ghiandole endocrine. E’ situata alla base del collo e, normalmente, ha la forma di una farfalla, costituita da due lobi e un istmo che congiunge i due lobi
Quali sono le patologie della tiroide?

GOZZI E NODULI

Con il termine generico di GOZZO s’intende un aumento di volume della tiroide. Questo aumento di volume può essere accompagnato da alterazioni della funzionalità tiroidea sia in senso di una diminuzione (ipotiroidismo) sia in senso di un aumento (ipertiroidismo); esistono, però, anche gozzi che non modificano affatto la funzionalità tiroidea (gozzi non tossici); anche questi, tuttavia, talvolta necessitano di un trattamento farmacologico e/o chirurgico se l’aumento di volume è eccessivo.
I NODULI TIROIDEI sono un reperto frequentissimo anche in persone che non hanno alcun sintomo; spesso sono dei noduli che non alterano la funzionalità tiroidea e necessitano, però di essere studiati a fondo, per escludere, sia patologie tumorali, che possibili disfunzioni future.
Il riscontro di uno o più noduli tiroidei non deve allarmare, ma solo portare alla consulenza di uno specialista che, dopo aver richiesto gli esami opportuni, valuterà se sia il caso di tenerlo solo d’occhio con periodiche ecografie o se instaurare una terapia farmacologica o chirurgica.

IPERTIROIDISMO

Con il termine di IPERTIROIDISMO s’intende una situazione clinica (che può avere diverse cause) caratterizzata da un aumento di ormoni tiroidei in circolo. Poiché gli ormoni tiroidei sono i principali regolatori del metabolismo, questa condizione determina un aumento di molte reazioni metaboliche.
I sintomi più frequenti sono, infatti, dimagrimento, accelerazione del ritmo cardiaco, nervosismo, tremori fini delle mani, ansia, insonnia, debolezza muscolare, sudorazione eccessiva. Talvolta, il paziente presenta bulbi oculari sporgenti e doloranti (esoftalmo) e ingrossamento della ghiandola (gozzo).

L’ipertiroidismo, più comune nelle donne rispetto agli uomini, può avere diverse cause. La più frequente è il morbo di Basedow, che insorge soprattutto nelle donne giovani, è una malattia in cui si ha la formazione di anticorpi che stimolano la tiroide a produrre un’eccessiva quantità di ormoni. Fra le altre condizioni che possono essere causa di ipertiroidismo, il gozzo multinodulare tossico, in cui si formano dei noduli che producono elevate quantità di ormoni, e l’adenoma solitario tossico, un tumore benigno, in cui un gruppo di cellule della tiroide diventa iperattivo. Molto frequenti sono anche la tiroiditi, specie quelle autoimmuni che possono anche esordire con ipertiroidismo ma, solitamente, finiscono per provocare, nel tempo un ipotiroidismo permanente. Anche alcuni farmaci, come ad esempio l’amiodarone e il litio, possono provocare ipertiroidismo. Un ipertiroidismo detto “factitio”, si può avere in persone che assumono, per svariate ragioni, quantità eccessive di ormoni tiroidei esogeni. Spesso, l’intento è quello di dimagrire, ma è una cosa che deve essere scoraggiata in maniera assoluta, perché il dimagrimento provocato da un ipertiroidismo, si accompagna ad una perdita di massa magra, ossia di muscoli, tra cui quello cardiaco, e di massa ossea, con conseguente fragilità di quest’ultime.

IPOTIROIDISMO

Si parla di IPOTIROIDISMO quando la tiroide diminuisce, par cause diverse, la produzione degli ormoni tiroidei: tiroxina e levotiroxina.

Quali sono le cause dell’ipotiroidismo?
Anzitutto dobbiamo distinguere un ipotiroidismo primario (quando il problema è insito nella tiroide stessa), dall’ipotiroidismo secondario, in cui il problema è a livello dell’ipofisi, ghiandola che regola la funzionalità di molte altre ghiandole tra cui, appunto, la tiroide.
Le forme di ipotiroidismo secondario sono piuttosto rare, mentre le cause più comuni sono:

  • tiroidite cronica autoimmune, detta anche tiroidite di Hashimoto.
  • deficit di assunzione di iodio
  • somministrazione di iodio radioattivo per il trattamento dell’ipertiroidismo o di alcune forme di cancro tiroideo;
  • interventi chirurgici di asportazione, totale o parziale, della tiroide;
  • forme congenite
  • uso di farmaci antitiroidei (propiltiouracile, metimazolo), o che possano interferire con la funzionalità tiroidea (amiodarone e litio)

Domande frequenti sull'ipotiroidismo

Quali sono i sintomi e segni dell ipotiroidismo?

Fondamentalmente si ha un rallentamento del metabolismo corporeo; questo può comportare disturbi molto vari, non tutti sempre presenti nella stessa persona. I sintomi e segni più comuni sono: aumento di peso, sensazione di freddo, stitichezza, depressione, sonnolenza, difficoltà di concentrazione, cute secca e ruvida, gonfiore del viso, voce rauca, caduta di capelli, perdita di memoria e difficoltà di concentrazione, disturbi mestruali (di solito mestruazioni più frequenti)

Come si fa la la diagnosi d’ipotiroidismo?

Mediante un semplice prelievo di sangue per dosare il livello ematico di TSH (Thyroid Stimulating Hormone, Ormone TireoStimolante), l’ormone è prodotto dall’ipofisi e grazie al quale l’ipofisi regola la funzionalità tiroidea. Infatti, se la funzionalità tiroidea diminuisce (ipotiroidismo) i valori ematici di TSH aumentano. Questo semplicissimo dosaggio è utile anche per lo screening, ossia per prevenire e/o diagnosticare tempestivamente un eventuale ipotrioroidismo. Successivamente, se il TSH risulta alterato, l’endocrinologo prescrive ulteriori esami del sangue, per stabilire la causa e, quindi, la terapia più appropriata. Oltre ai dosaggi ormonali, quali esami si usano per la tiroide? A seconda dei singoli casi, si possono effettuare i seguenti esami: ecografia tiroidea, ecocolordopller, agoaspirato, test di stimolazione, scintigrafia (più raramente ormai); la scelta di quali esami eseguire è di pertinenza dello specialista endocrinologo.

Come si cura l’ipotiroidismo?

L’ipotiroidismo richiede un trattamento per tutta la vita a base di compresse di levotiroxina (T4). Si tratta di un trattamento sostitutivo: il paziente assume, cioè, quella quantità di ormone che il suo organismo non è in grado di produrre autonomamente. E’ un farmaco molto maneggevole, sostanzialmente privo di effetti collaterali. Attraverso esami periodici si stabilirà il dosaggio adatto alla persona.